Qualcosa di vero- Incipit

Buongiorno lettori!
Ieri sera, lucina alla mano per non disturbare i bambini, ho finito di leggere "Qualcosa di vero" e dato che ultimamente sono un tantino lenta nello scrivere le recensioni dei libri che leggo, nell'attesa, vi beccate l'incipit, anche perchè ho visto che oggi, su Amazon, il digitale del romanzo ve lo portate a casa con meno di due euro. Anche se non ho mai capito del centesimo di resto cosa dovremmo farcene!
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Non è facile centrare una serratura con una chiave, non dopo una serata a base di mojito. La faccenda può anche complicarsi se non si è sicurissimi che quella sia la chiave giusta e se si possiede solo una vaga certezza sul portone, che assomiglia in modo impressionante ai cinque o sei nella stessa via. ma il taxi l'aveva lasciata lì davanti, per cui le probabilità che quello fosse il suo indirizzo erano alte.
Giulia respirò profondamente. Tutto girava, la sensazione di nebbia non era d'aiuto e i movimenti erano imbottiti da una lentezza ipnotizzante. Ma poteva farcela, lo dicevano le sue statistiche personali. Ce l'aveva sempre fatta, in fondo.
Finalmente la chiave ebbe pietà di lei e scivolò nella toppa. Il portone si aprì con mezzo giro e una sovrumana spinta verso l'interno, un interno reso buio dalla notte e fresco dal marmo.
Cercare l'interruttore della luce era fuori discussione. Salì le scale con calma, c'era quasi. Raggiungere il terzo piano, la porta di casa e il letto era solo questione di tempo, sempre che l'ultimo sorteggio della chiave fosse vincente.
Il qualcosa su cui inciampò alla fine delle scale non era stato calcolato, ma le fece risparmiare gli ultimi passi. Adesso era sdraiata davanti alla sua porta, il piumino che la infagottava aveva ammorbidito l'atterraggio. Si rialzò a malincuore. Non si stava male sul pavimento, nella penombra che arrivava da fuori.
Il qualcosa si mosse dallo stuoino della sua nuova vicina: sembrava una piccola camicia da notte con una bambina dentro. Troppi mojito, quella sera.

Vi abbraccio

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