Adua-Igiaba Scego



Lettori, vi ricordate l'incipit di questo libro? Finalmente, dopo qualche giorno per raccogliere le idee ecco la recensione...












Titolo: Adua
Autore: Igiaba Scego
Editore: Giunti
Pagine: 192
Genere: Romanzo italiano
Prezzo: 13.00
Ebook: 8.99


Adua è una giovane donna somala, quando a diciotto anni arriva a Roma per inseguire il sogno di
diventare un'attrice famosa. Oggi è una donna sposata con un giovane immigrato sbarcato a Lampedusa. Una donna con un confidente insolito, è la statua dell'elefantino che sorregge l'obelisco
in piazza Santa Maria sopra Minerva a dare ad Adua il piacere di ascoltare la sua storia.
Le orecchie dell'elefante sono spalancate quando lei racconta di suo padre Zoppe, interprete durante il regime fascista e ultimo discendente di una famiglia di indovini.

"Sono un indovino, o meglio, mio padre lo è, e la mia dolce zia con lui. Io vedo cose, ma non ho il dono. Vedo e non so che farmene delle mie visioni. Sento le vibrazioni dell'universo. leggo, ma non so decifrare il mondo."

Un uomo rigoroso, arrabbiato con la sua prima moglie, Asha la Temeraria, per essere morta mettendo al mondo la sua bambina, un uomo che non riuscirà a tenere a casa Adua colmandola d'amore, le farà praticare la più crudele mutilazione, un infibulazione a cui sua madre si sarebbe opposta con tutte le sue forze. Quanta rabbia leggendo quelle parole, consapevole del fatto che ancora oggi alcune bambine devono subire questa inutile tortura.

"Il male ti passerà. Il male è momentaneo. La gioia di questa liberazione invece, Adua, è duratura. Dopo ci sarà solo la felicità di essere pura, finalmente chiusa come Dio comanda."

Dopo una serie di vicissitudini, il sogno di diventare una grande attrice prende forma, Adua lascia la Somalia, arriva finalmente a Roma, è stata ingaggiata per un film, ma meglio non fare domande, meglio obbedire a chi l'ha comprata per farle interpretare un porno soft, il primo e l'ultimo film della sua vita, una pellicola che le porterà solo umiliazioni e vergogna. Non resta che l'amore, o qualsiasi sia il sentimento che prova per il suo Titanic, quel ragazzo arrivato su un barcone come tanti, levato via dalla strada.

"Gli accarezzo la testa e tengo la mia ano dentro la sua chioma. Così non pensa alle crudeli onde del Mar Mediterraneo che stavano per travolgerlo. Non pensa ai tranquillanti che gli hanno messo nelle zuppe insipide del centro di accoglienza. Non pensa alla ragazza che amava, stuprata e uccisa nel deserto dai libici."

Ma arriva un momento nella vita di tutti in cui si cerca di riscattarsi, in cui, quando si resta soli, ci si rimboccano le maniche, si rovista in una vecchia valigia di peltro e un atto di proprietà può darci un'alternativa.

Un libro che è il racconto di più vissuti, di antiche credenze, di discriminazioni sempre esistite. 








Commenti

  1. Lo sapevo, io. È uno di quei libri che mi fanno male ma che amo da morire. Che mi fanno tenerezza ma anche rabbia. Lo voglio!

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    1. Ciao Nolwenn, si, fa arrabbiare, fa tenerezza, se ti incuriosisce leggilo!!!! Non puoi mica rimanere con il dubbio!

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  2. Estratti molto toccanti, come toccante sembra la storia di Adua...sicuramente una lettura facile ma vorrei leggerlo ♥

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    1. Formula soddisfatti o rimborsati? Basta chiedere e te lo presto!

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  3. Una storia tosta, come tante che riguardano le donne che seguono determinate culture. Sono rimasta troppo toccata da un libro di questo genere letto anni fa e non ho più letto nulla al riguardo, dovrò aspettare il momento giusto.

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    1. Alterna momenti di tristezza a momenti di tenerezza. Ma hai ragione, ogni libro ha bisogno del suo momento giusto!

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  4. Mi capita spesso di passare in quella piazza :))
    Complimenti per la recensione! Maria

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