Incipit: Non dimenticare chi sei


Buongiorno lettori,
eccoci qui insieme oggi per la lettura di un incipit che ci porta in un remoto villaggio del Ghana. Insieme condivideremo la nascita di una bambina e i terribili danni della natura.

La notte in cui Effia Otcher venne al mondo, accolta dal calore muschiato della terra dei fanti, un incendio imperversava rabbioso nella boscaglia appena fuori dal recinto di capanne di suo padre. Si muoveva rapidamente, e continuò ad avanzare per giorni. Si alimentava d'aria; dormiva nelle grotte e si nascondeva tra gli alberi; bruciava qualsiasi cosa incontrasse, sopra e davanti a sé, noncurante della devastazione che si lasciava alle spalle, finché non raggiunse un villaggio ashanti. Lì scomparve, fondendosi con la notte.
Il padre di Effia, Cobbe Otcher, lasciò la prima moglie Baaba con la neonata e andò a valutare i danni della coltivazione di patata dolce, quel preziosissimo raccolto che, era risaputo, sfamava famiglie intere. Ci aveva rimesso sette campi, e percepiva ciascuna perdita come un duro colpo alla propria gente. In quel preciso istante capì che il ricordo del fuoco che bruciava e poi si dileguava avrebbe perseguitato lui, i suoi figli e i figli dei suoi figli finché la loro stirpe non si fosse estinta. Quando tornò nella tenda di Baaba e trovò Effia- la figlia del fuoco di quella notte- che strillava, guardò sua moglie e le disse: " Di quanto accaduto oggi, non parleremo mai più".
Glia abitanti del villaggio cominciarono a insinuare che la bambina fosse nata dal fuoco, ecco perchè Baaba  non aveva latte. Effia venne accudita dalla seconda moglie di Cobbe, che solo tre mesi prima aveva dato alla luce un maschio. La piccola, però, si rifiutava di attaccarsi ai suoi capezzoli e, quand'anche lo faceva, le tirava la carne tutt'intorno con le gengive aguzze, al punto che la donna aveva paura ad allattarla. Per questo Effia continuava a dimagrire, era pelle e ossa come un uccellino, con un grosso buco nero al posto della bocca da cui emetteva un grido affamato che si udiva per tutto il villaggio, perfino quando Baaba faceva del proprio meglio per soffocarlo, posandole sulle labbra il palmo ruvido della mano sinistra.

Vi lascio con la curiosità (forse) di sapere come continua la storia di Effia.
Io continuo la lettura che mi riporta nella tanto sognata Africa.


Commenti

  1. Questo sì che è un bell'incipit! Carina la tua idea di postarli, incuriosisce e dà un'idea reale del libro che si vuole leggere!!!

    Le Parole Dipinte

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    1. Grazie Lise e grazie mille per essere passata a dare uno sguardo.
      Non conosco il tuo blog, ci passerò presto!

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