Recensione-Chi manda le onde-Fabio Genovesi


Buongiorno lettori,
dicono che la primavera sia arrivata, ma se mi giro e do uno sguardo fuori dal balcone vedo solo pioggia e se mi azzardo ad aprirlo, quello stesso balcone, so che sarei investita dai circa sette gradi che ci sono fuori e in più ancora non starnutisco, perciò no, la primavera non è proprio arrivata. 
Ma io vivo a dieci minuti dal mare, io sento il bisogno di andarci ogni volta che spunta un pochino di sole e la giornata sembra serena, per questo capisco tanto Luna e il suo bisogno di salsedine nelle narici.

Titolo: Chi manda le onde
Autore: Fabio Genovesi
Editore: Mondadori
Pagine: 473
Genere: Romanzo italiano
Prezzo: € 14.50
Ebook: € 7.99

"Passeggio vicino al mare, che dopo giorni di rabbia si è calmato, e mi manda le ultime onde piccole e trasparenti che fanno un rumore come se in cima al ricciolo avessero tante foglie che tremano nell'aria. Le onde arrivano piano e si spalmano sulla sabbia, e prima di tornare indietro lasciano qualcosa, lasciano sulla riva i loro regali".

Chi manda le onde e cosa vogliono dire a Luna attraverso gli oggetti che le lasciano a riva? Lei crede a quei piccoli tesori che cerca e trova sulla battigia sfidando il sole, costretta a ricoprirsi di crema per proteggere la sua pelle bianchissima.
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Luna è una bambina albina che ben presto farà i conti con la sofferenza, quella di aver perso un fratello surfista, e sono proprio quelle onde che lei ammira e a cui attribuisce il potere di parlarle a portarlo via da lei e da Serena, la loro giovane madre che da qual giorno sopravvive barricata in casa a sfogliare un quaderno dove aveva trascritto i messaggini del figlio in vacanza a Biarritz, per poi rileggerli insieme, così aveva pensato. Doveva dirgli di no, doveva opporsi a quella vacanza e non avrebbe dovuto nemmeno dar retta a Sandro, che a quarant'anni vive ancora con i suoi e si improvvisa supplente, maestro di musica e catechista. Nel tempo che gli resta si accompagna a Rambo e Marino, insieme formano un trio di amici sfigati e, allo stesso tempo, pieni di inventive. Particolare è anche Zot, un bambino arrivato in Italia da Chernobyl, che vive nella vecchia casa dei fantasmi con Ferro, un anziano sgarbato che non si separa mai dai suoi fucili. Il bambino radioattivo lo chiamano i compagni che facilmente viene escluso e che non altrettanta facilità fa coppia fissa con Luna. Ben presto i due si impegneranno a decifrare gli oggetti lasciati dal mare, collegheranno vicende recenti a fatti e leggende del passato.
Dalla Versilia a Pontremoli (casa del mio cantautore preferito), alla ricerca delle statue stele, del
popolo della Luna, dell'amore non corrisposto o probabilmente si, dell'amicizia e di quel fratello che forse cerca ancora un modo di comunicare con la sua famiglia.
Fabio Genovesi ci presenta dei protagonisti caratterialmente particolari, vivi, reali, empaticamente coinvolgenti. Fra questi c'è anche lui, il mare, che sentiamo adesso gelido alle caviglie, adesso avvolgente e caldo, come un'immensa coperta fatta di salsedine.  La sua scrittura giovanile e mai prolissa non stanca il lettore (e se ve lo dico io che ho letto questo libro solo a notte fonda, fidatevi), un romanzo corale che si è aggiudicato il premio strega giovani e che lo ha meritato tutto.

Pagine che raccontano di vite vissute, di dolori che si cercano di superare e di strane famiglie che verranno. Pagine da leggere e da regalare. Storie che restano nel cuore.

Fabio Genovesi ( Forte dei Marmi, 1974) ha pubblicato, per Mondadori, i romanzi Versilia Rock City, Esche vive (tradotto in dieci paesi), Chi manda le onde ( Premio Strega Giovani 2015), Il mare dove non si tocca, il diario on the road della sua avventura al Giro d'Italia Tutti primi sul traguardo del mio cuore e, per Laterza, il saggio cult Morte dei Marmi. Collabora con "Corriere della Sera" e "Glamour".

E dato che a me piace leggere bei libri e trovo ancora più gusto quando un libro bello mi insegna anche qualcosa, beccatevi anche voi un pochino di storia delle "statue-stele"

Con il termine "statua-stele", o stele antropomorfa, vengono classificati quei massi destinati ad essere infissi verticalmente nel terreno, in cui si riconoscono sembianze umane ottenute sia attraverso la sagomatura della pietra, sia con i motivi iconografici rappresentati sulle superfici (attributi fisici come il volto, gli occhi, oppure elementi di corredo quali collane, vesti o armi). Le statue-stele si differenziano dalle semplici stele, lastre lisce o figurate, e dai menhir, che non presentano né una forma né elementi iconografici che possano ricordare la figura umana, ma anche dai "massi incisi" che recano sulle superfici rappresentazioni di oggetti e ornamenti.


Commenti

  1. Mi hai resa felice. Questo è uno dei libri della mia vita ed è bello quando scopro che anche per altre persone è stato importante.
    Ciao da Lea

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    1. Buongiorno Lea, di sicuro lo ricorderò come uno dei libri che mi stanno tenendo compagnia in questo momento particolare e meraviglioso della mia vita. Vorrei leggere altro di suo, a questo punto cosa mi consigli?

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    2. I suoi libri mi piacciono tutti, anche i primi che sono più "maleducati".
      Forse potresti leggere Esche vive.
      Ciao da Lea

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  2. Risposte
    1. Ciao Michele, adorato anche io e come ho chiesto a Lea su, tu mi consigli altro di questo autore? Pensavo a "Il mare dove non si tocca"

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    2. Mi intrometto anche qui. Michele non ama l'io narrante bimbo del mare dove non si tocca, quindi non te lo consiglia di sicuro (invece è bellissimo ih ih ih). Credo che pure lui ti consiglierebbe Esche vive. sempre lea

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    3. Ma Michele, perchè povero bimbo narrante!!! Comunque grazie davvero Lea, valuterò!

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