Recensione/ Misteriosa. Le storie di Olga di carta - Elisabetta Gnone

Buongiorno lettori!
Oggi mi dedico al nuovo libro di Elisabetta Gnone, l'anno scorso, più o meno in questo stesso periodo, ero immersa in un'altra storia di Olga di carta-Jum fatto di buio, avevo il pancione e amavo leggere la sera, davanti al camino. Ricordo quei momenti con tenerezza.
Vi lascio alla recensione ma voglio ricordarvi che la copia che vedete è in foto è la "copia staffetta", data ai blogger in anteprima, quella che troverete in libreria avrà la cover del segnalibro e soprattutto avrà, all'interno, i bellissimi paper cut di Linda Toigo

Titolo: Misteriosa. Le storie di Olga di carta
Autore: Elisabetta Gnone
Editore: Salani
Pagine: 192
Genere: Narrativa per ragazzi
Prezzo: €14.90

"Per diventare splendidi adulti occorre restare un po' bambini".

Ogni libro è un viaggio, un percorrere strade che non conosciamo, insieme a personaggi più o meno magici, più o meno adulti, più o meno fantasiosi. Questo è il viaggio di Olga Papel, una bambina così sottile da essere chiamata Olga di Carta, una piccola narratrice di storie, o forse, un'incantatrice, e si, forse è questo il termine più adatto a lei. Olga incuriosisce, attira a sé, incanta chi le sta vicino e chi si affretta ad avvicinarla, e lo fa con le sue storie, che siano vere oppure no, ma alla fine, che importanza ha.
Torniamo a Balicò, il paesino di campagna dove Olga vive con sua nonna e il suo fedele Valdo, è anche il posto in cui ogni anno Mimma torna sempre con gioia, e stavolta, con lei c'è Mirina, una bimbetta cresciuta in città con il decalogo delle cose da non fare. Insopportabile adesso che sono costrette a casa dalla pioggia che da giorni non da tregua e che non permette a Mimma di uscire e incontrare i suoi due amici, Olga e Bruco.
Basta la prima giornata di sole per far si che alla fattoria Papel i quattro ragazzini si incontrino, e basta davvero poco per far capire ad Olga il disagio di Mirina. Le sue paure infondate, i divieti posti prima della partenza verso la campagna, i limiti che non le permettono di godersi la sue età.

"Non fosse stato per i vestiti che le stavano grandi, sarebbe sembrata una bambina come tante: né alta né bassa, né magra né grassa, non brutta e forse anche un po' bella, intelligente, sì, ma non un genio, insomma un tipo comune. Possedeva anche un nome comune, uno come tanti, ma tutti la chiamavano Misteriosa".

Inizia così la nuova storia raccontata da Olga, con protagonista una bambina che non faticava a perdersi nei suoi vestiti, nella fantasia e soprattutto nei disegni e nei dipinti. "Saltava" ogni qualvolta ne avesse avuto bisogno o voglia, evadeva dalla realtà stando però attenta a non perdere di vista la porta di uscita di quel mondo solo suo, fatto di viaggi in solitaria e amicizie improbabili. 
Diventava parte integrante del quadro, nuotava fra i colori, guardava il mondo attraverso pigmenti diversi.
foto Salani editore
Presto l'idea di fare una lunga camminata diventa un buon motivo per ascoltare tutto il racconto, il punto d'arrivo degli amici di Balicò sarà la malga, un alpeggio estivo dove Mello, ragazzo amante della libertà e degli animali, fa pascolare le sue pecore. Tutto si complicherà, i ragazzini si troveranno ad affrontare le intemperie, la forza della natura e le loro paure, e in un attimo, i limiti di Mirina si sposteranno, e i divieti saranno solo un lontano ricordo.
La storia di Misteriosa è una favola moderna, dove la paura di crescere prende il posto della strega cattiva. Cos'è veramente crescere e come si fa senza abbandonare completamente quello che di bello abbiamo costruito da bambini? Dobbiamo veramente perdere il sorriso, smetterla di saltare dalla gioia e centellinare affetto e abbracci? Dobbiamo davvero spegnere la fantasia? O possiamo usarla per esorcizzare le nostre paure e per rallegrare le nostre giornate, a volte sempre uguali e logoranti. E soprattutto, possiamo usarla per spostare o annullare i nostri limiti? 

"Oh, be', recentemente ho scoperto che mio padre e mia madre non sono nati genitori, ma bambini, come noi. Forte, no? Per quanto sembri strano, hanno provato gli stessi sentimenti che provo io ora, e anche adesso si spaventano come me, soffrono come soffro io e sbagliano come sbaglio io. Sono essere umani! Fa un certo effetto sentirlo dire, lo capisco. Uno crede che i genitori appartengono alla razza "genitori". Invece no, sono fatti della stessa materia di cui siamo fatti noi".

Ecco dove ci porta Olga in questo viaggio, ci accompagna a ritrovare il bambino lasciato da parte per far spazio all'uomo o alla donna adulta che siamo diventati. 
Allora insegniamo ai bambini a fare grandi viaggi nella fantasia, ma soprattutto insegniamogli a tornare alla realtà del mondo, spieghiamoglielo, diamogli gli strumenti giusti per affrontarlo, "rendiamoli più sicuri di loro stessi, delle loro forze, delle loro capacità".

Anche questa volta Elisabetta Gnone sa raccontare, attraverso Olga, uno spaccato di vita, e una delle cose che le rende merito è che lo fa con una semplicità e una dolcezza disarmante. Un libro per tutti, da leggere da soli, o meglio, insieme ai propri figli. Pagine che scorrono velocemente con un epilogo da sottolineare e ricordare ogni qualvolta pensiamo di essere ormai solo adulti.


Elisabetta Gnone è nata a Genova e vive sulle colline del Monferrato. È stata direttore responsabile delle riviste femminili e prescolari della Walt Disney, per la quale ha ideato la serie a fumetti W.I.T.C.H. È autrice della fortunatissima saga di Fairy Oak, e ora, con la nuova serie Olga di carta, porta ai lettori un nuovo, delicatissimo mondo in cui, con garbo e ironia, affronta i temi delle fragilità e delle imperfezioni che ci rendono umani.

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