La ricetta segreta per un sogno-Valentina Cebeni



Buon pomeriggio lettori!
Felicissima di ritrovarvi oggi con questa recensione, e ringrazio ancora la Casa Editrice Garzanti per avermi fatto leggere in anteprima il romanzo e fatto conoscere la scrittura pacata e scorrevole di Valentina Cebeni, con cui ho scambiato due chiacchiere che vi riporterò più giù...











Titolo: La ricetta segreta per un sogno
Autore: Valentina Cebeni
Editore: Garzanti
Pagine: 345
Genere: Romanzo italiano
Prezzo: €16.90
Ebook: €9.99



Edda vuole che quei profumi speziati, le sue ricette e l'amore che deriva dal prendersi cura dell'altro, attraverso l'arte della cucina e la panetteria che gestisce, arrivino a Elettra. Ma la ragazza non ha la sua stessa devozione, pensa mentalmente alle dosi da usare, alla durata della lievitazione, agli ingredienti segreti mai svelati. Chiudere la panetteria si rivela l'unica soluzione adesso che Edda è in coma irreversibile da un anno. Chiusa nel suo silenzio e nei suoi segreti.
Ma quell'odore di anice che inebria il corridoio dell'ospedale in cui Edda sopravvive ai suoi giorni, si fonde alle parole di una sconosciuta che invitano Elettra a fare un viaggio per ritrovarsi, ad andare dove forse tutto è iniziato.
Si riparte quindi da lì, da un'isola affacciata sul mare, dal vento che a volte sussurra e altre grida il nome di una vita trascorsa, dalle stanze chiuse di un monastero, da una Santa accogliente.
Si respirano profumi e si rivivono vite e ricordi creduti perduti, ci si cala nella mentalità forse ristretta o forse riservata degli isolani e si ama tutto del convento. Si toccano quelle mura umide, io le immagino di pietra spessa, fredde al tatto, ma vive, un tempo cuore pulsante dell'isola, adesso stanco, con battiti lenti che stanno per fermarsi. 

"Tese l'orecchio in cerca di un suono, un rumore che le assicurasse di non essere sola tra quelle pietre colorate di muschi, ma la voce del convento sembrava essere stata imprigionata dietro le porte che si affacciavano sul chiostro. Una soltanto era appena scostata, ma Elettra pur avvicinandosi non riuscì a carpire a quei corridoi nemmeno il frusciare di una tonaca".

Elettra ha bisogno di risposte, si sente inspiegabilmente attratta da quella terra così viva e per la prima volta anche in sintonia con sua madre, ma attorno a se, ha solo donne apparentemente restie a condividere con lei il loro vissuto, ed è attraverso la voce di queste donne che Valentina Cebeni tesse una trama intrigante e interessante che ridipingerà il passato della protagonista con colori nuovi e quell'inconfondibile sapore di salsedine.

Non mi resta che consigliarvi di leggere il romanzo, facendovi guidare dai profumi che inebriano le pagine e la storia di Elettra, lasciandoci con la convinzione che forse davvero 
l' Amore vince su tutto
e permettetemi di continuare, 
anche noi cediamo all'amore.





Valentina Cebeni vive a Roma dal 1985, anno della sua nascita, ma ha il mare della Sardegna dei suoi nonni neol cuore. Appassionata di storie sin dall'infanzia, ha un grande amore per la cucina, nato proprio per riscoprire i legami con le radici della sua famiglia.






"La ricetta segreta per un sogno" è un libro intervallato da alcune ricette che fanno un pò da filo conduttore della storia, per esempio, la ricetta del Pane all'anice, ci apre le porte e quindi il capitolo in cui Elettra decide di partire per l'isola alla ricerca dei segreti sempre taciuti da sua madre. 
Ho pensato quindi di associare alcune delle ricette del libro alla breve chiacchierata con Valentina...Ecco cosa ne è venuto fuori:

Valentina: Ciao Nunzia, un saluto a te a tutti gli amici di Libropatia.

Nunzia: Ciao Valentina, benvenuta, parto subito con la prima domanda: Il profumo del pane all'anice, la Santa, i misteri del Convento sono tre degli ingredienti giuda del romanzo che aiutano Elettra a cambiare e a ritrovarsi. Quanto tu ti se sentita cambiata rispetto alla stesura del tuo primo romanzo? E quanto, invece ti sei ritrovata, magari nelle emozioni che precedono la stampa e la pubblicazione?

V: Ogni storia è un’avventura da vivere a sé, un pezzo unico. So che può sembrare azzardato, ma per me ogni romanzo è come un figlio, con il suo carattere, le difficoltà, i pregi; si cresce insieme a lui, col tempo si impara a conoscerlo, e parallelamente si scoprono aspetti di sé, nel mio caso della mia scrittura, nuovi, da esplorare. Per questo non posso dire di essere oggi la stessa persona che un paio di anni fa scrisse la storia di Penelope, perché con e attraverso di lei sono maturata, ho iniziato un viaggio dentro me stessa che ho continuato con Elettra, in attesa di un altro compagno di viaggio che mi guidi verso un nuovo capitolo della mia esperienza nel mondo della scrittura. Ma ci sono emozioni, come quelle che precedono la pubblicazione, la prima volta che tieni stretta fra le mani la tua copia, che non cambiano mai: ogni volta è un tuffo al cuore, un brivido che culmina con un’ondata di endorfine che ti travolge.

N: Un Guelfo, un dolcetto, regalatole con dolcezza, fa vacillare il senso di impotenza di Sabine. Come mai hai scelto di includere nel romanzo un argomento tanto attuale quanto difficile da sradicare come quello della violenza domestica?

V: Ho voluto fortemente narrare una storia al femminile, con La ricetta segreta per un sogno, e ahimè uno dei temi che mi riguarda da vicino in quanto donna è proprio la violenza domestica. Spesso si dice che la scrittura abbia perso la voglia di far riflettere il lettore, di portarlo nell’attualità, ma non sono d’accordo e nel mio piccolo ho voluto dimostrarlo. Raccontando la storia di Sabine, e per alcuni aspetti anche quella di Dominique, ho voluto mandare un messaggio forte alle donne: non abbiate paura, non lasciate schiacciarvi da chi vuole mettervi all’angolo. Ci sono più mani tese verso di voi di quanto non immaginiate, là fuori, ma sta a voi fare il primo passo, spezzare le catene dell’oppressione. E ricordatevi che non siete sole, mai. Troverete sempre un’alleata, in una donna.

N: Quanto la cucina, secondo te, può raccontare di una persona?

V: La cucina, il modo di alimentarsi in generale, dice molto di noi, di come siamo cresciuti, di dove siamo cresciuti. Tempo fa mi imbattei in una divertente intervista fotografica in cui si raccontavano i diversi modi di fare colazione nel mondo, dal croissant al pesce essiccato, e mi ha divertito notare come nascere in un determinato angolo del mondo influenzi poi gran parte della nostra esistenza, dai temi più importanti come la fede religiosa a quelli più prosaici come la colazione quotidiana. E tutto, è prodigioso, passa attraverso gli alimenti con cui riempiamo i nostri piatti. Siamo quel che mangiamo, diceva Feuerbach, e diavolo se aveva ragione!


N: Se ti dicessero che potresti scoprire il tuo passato nascosto attraverso la fiducia della tua fede o la scoperta di luoghi mai visti prima, penseresti di partire?

V: Sì, senza pensarci due volte. Sono una persona molto curiosa, e anche se mi spaventerebbe un po’ l’idea di affrontare un viaggio “al buio”, perché confesso che vorrei avere anch'io un briciolo del folle coraggio di Elettra, finirei per riempire le valigie. Magari però porterei un’amica, con me: detesto l’idea di un viaggio in solitaria!

N: Parlami del monastero. Ti sei ispirata ad un posto preciso?

V: L’idea del convento è il frutto di anni di letture più o meno conosciute, sedimentatesi nel mio inconscio, il quale ha dato vita al convento di Santa Elisabetta. Se ci rifletto con attenzione, tuttavia, ritrovo in alcuni passi riguardanti il convento le suggestioni gotiche regalatemi da uno dei romanzi che più ho apprezzato di Jane Austen, l’Abbazia di Northanger, e lo struggimento di Storia di una capinera, a mio avviso capolavoro di Giovanni Verga meravigliosamente trasposto al cinema da Franco Zeffirelli. Il convento di Santa Elisabetta è quindi un non luogo, una metafora in cui si muovono le paure, i fantasmi, e tutto quello che Elettra e sua madre hanno chiuso a doppia mandata in un angolo del cuore. È in fondo un luogo che vive dentro ognuno di noi.

Grazie per il tempo dedicato a me e alla storia di Elettra, un abbraccio a te e a tutti i tuoi lettori: vi aspetto in libreria!

Un grazie infinite a te che gentilissima hai deciso di dedicarci del tempo, ti abbraccio e ti auguro buona fortuna! 
Io come sempre lascio l'ultima parola a loro, i lettori che decideranno di soffermarsi a leggerci e che ci regaleranno il loro punto di vista!





Commenti

  1. Un libro che abbiamo letto quasi contemporaneamente e che mi ha regalato bellissime emozioni! Ho molto apprezzato le tue domande che ci permettono di scoprire interessanti retroscena di questa storia un po' magica. Nelle risposte emerge la dolcezza di Valentina, la stessa che traspare dalle pagine del suo libro :)

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    1. Valentina è stata davvero gentile e disponibile. Grazie mille! Adesso aspetto di leggere il tuo pensiero...

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  2. Nunzia ciao! Leggerò anch'io il romanzo e non ho dubbi che faccia al caso mio, mi sembra di sentire i profumi delle deliziose ricette di Elettra :-)

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  3. Nunzia ciao! Leggerò anch'io il romanzo e non ho dubbi che faccia al caso mio, mi sembra di sentire i profumi delle deliziose ricette di Elettra :-)

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  4. Ciao! Il libro mi incuriosisce tantissimo: l'ambientazione mi intriga. L'intervista mi ha convinta ancora di più perchè Valentina cita dei romanzi che per me sono importanti.
    Conventi e colleghi: sono le due ambientazioni alle quali non posso resistere. Se poi aggiungiamo anche le ricette!
    un caro saluto da Lea

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    1. Ciao Lea, grazie mille di essere passata a leggermi/ci...Devo dire che il convento è quasi palpabile!

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    2. Ovviamente era collegi non colleghi! sigh
      lea

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    3. Si intuiva tranquilla! Anche se Conventi e colleghi rende ugualmente l'idea.

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