The Woden's day-T. Paxia/ Le fate del Travancore-N. Tenani/ Fotografie in Re Maggiore-C. Bresolin
Buongiorno lettori!!!
Passate bene le vacanze di Pasqua? Io come al solito ho avuto il piacere di passarle in famiglia, mio marito a casa per qualche giorno di riposo e un buon libro fra le mani!
Come ogni inizio settimana torna la rubrica dedicata agli autori emergenti, buona lettura...
Titolo: The Woden's Day
Autore: Tania Paxia
Editore: Self-publishing
Pagine: 304
Genere: Young Adult
Ebook: €1.99
Acquistabile su Amazon
“Siamo amici solo il mercoledì sera e quando non
siamo in pubblico”. (Woden Audrey Doolittle)
Woden è una patita della chimica e dell'elettronica, piatta come uno
skateboard, occhi e capelli di un castano normale e nessun segno particolare, a
parte un dente scheggiato per colpa di una caduta sull’asfalto da piccola e il
vizio di tingersi le ciocche di capelli di colore diverso quando ne ha voglia.
Per il resto è una normalissima e anonima diciassettenne, un po’ maschiaccio,
che ogni tanto d’estate si diletta ancora a correre sui marciapiedi con lo
skate. Colleziona montature di occhiali da vista stravaganti e non è il massimo
della bellezza, ma a lei va bene così.
"Sono un pessimo amico del mercoledì". (Carter Fitzpatrick)
Carter (Saetta) è un pilota Nascar e il suo sogno è di correre nella Spint Cup.
È il 'non ragazzo' di Felicia Hadley, la diva del liceo, ma se la spassa con
tutto il gruppo delle Cheerleaders, tranne Hannah Jones che per il momento
sembra resistergli. Ma lui ama le sfide, anche perché i diciassette anni
arrivano una volta sola e non ricapitano più. È una celebrità a scuola da
quando in prima superiore era passato dal go-kart a roba più seria. Anche
l’aspetto fisico, nel crescere, si era evoluto, facendolo assomigliare più a un
bel ragazzo e non più a un ranocchio. Il primo passo era stato togliere
l’apparecchio e dopo, tutte quante, erano cadute nella trappola del pilota
biondo con gli occhi azzurri...
Entrambi hanno un segreto: sono amici da sempre, ma non in pubblico. Si
incontrano il mercoledì sera, a casa di Woden per prestare fede all'accordo
stretto da bambini: il Woden's Day.
Delle domande, però, iniziano a farsi spazio nei loro pensieri...Il Woden's Day
poteva continuare fino al diploma, ma poi? Cosa ne sarebbe stato della loro
amicizia senza l'unica cosa che li legava?
Tra liti, tregue, battibecchi e incomprensioni, Woden con le sue 'teorie' e Carter con la sua 'pratica' cercheranno di trovare una
soluzione al problema.
Estratto:
Middletown – Delaware
Mercoledì, 3 settembre 2008
“E che cavolo,
però. Carter!” gli tolsi di mano il foglietto sul quale aveva appuntato il nome
da dare al giorno in cui, d’ora in poi, ci saremmo rivisti fuori dall’orario
scolastico. Adesso che lui si trasferiva da suo padre dall’altra parte della
città, perché i suoi stavano divorziando, non avremmo più avuto occasione di
rimanere ogni sera l’una a casa dell’altro fino a tardi a fare i compiti, a
guardare la tv o a giocare ai videogiochi (corse di auto, soprattutto). E neanche
tutti i pomeriggi al parco o in biblioteca oppure al cinema di mio padre. “Wod,
ridammelo”. Mi ordinò, agitando i suoi capelli di un biondo scuro dorato, un
po’ lunghi a forma di scodella rovesciata, con la riga in mezzo. Me lo strappò
dalle mani con una velocità impressionante. I suoi riflessi erano eccezionali,
dato che era abituato a correre con i go-kart. Non c’era verso di sorprenderlo
con qualche gesto improvviso. Mai. “Devo ancora modificarlo”.
Sbuffai. “Vorrei ben vedere”, con
un gesto stizzito raccolsi le braccia al petto, incrociandole. “Audrey’s Day”,
scossi il capo, facendomi sbattere le lunghe trecce castane sul volto e sul
collo, “è orripilante”.
“Ti ho detto che
lo devo modificare, testaccia dura”. Tirò fuori la lingua per farmi una smorfia
accompagnata da un mugolio, più simile a un grugnito, in realtà. Sospirò,
guardandomi negli occhi castani inumiditi da un leggero velo di lacrime. Era
tutto il pomeriggio che piangevo. Non volevo darlo a vedere, ma senza di lui
nella casa a fianco, per me sarebbe stato un incubo. Carter era il mio amico
del cuore. Però quando mi chiamava testaccia
dura, mi saliva l’odio, così lo spintonai, facendolo quasi cadere sul prato
di fronte a casa mia. Il nostro gioco preferito, oltre alla Play era l’azzuffamento.
Di solito iniziavo sempre io, maschiaccio com’ero.
Mi lanciò un’occhiataccia delle
sue, con tanto di broncio e scattò verso di me, togliendomi per dispetto il
berretto rosso con la visiera al contrario. Dei ciuffi di capelli sudati mi si
scompigliarono sulla fronte. Non mi presi la briga di metterli in ordine,
perché ero talmente arrabbiata con lui che gli mollai un pestone sul piede
destro.
“Ahhhhiiiiii”,
cominciò a saltellare sul posto poggiando tutto il peso sul piede sinistro,
stringendosi la scarpa destra con entrambe le mani. Aveva gli occhi chiusi e
una smorfia di dolore sul volto paonazzo per via della corsa che avevamo fatto
dal parco giochi.
Quando lo prendevo a pugni, il più delle volte,
era per dimostrargli il mio affetto, ma non quel giorno. Lo avevo colpito con
rabbia, quasi volessi sfogarmi con lui per una cosa della quale non aveva
colpa. Avrei dovuto prendermela con i suoi genitori, per quella stupida
decisione improvvisa: con sua madre perché aveva preferito la sua carriera di
paramedico alla famiglia, mentre con suo padre perché non usciva mai dalla sua officina e dal garage
della scuderia per la quale lavorava. Il meno impegnato dei due era sicuramente
suo padre, con il quale Carter trascorreva la maggior parte del tempo. Questo
anche quando i suoi vivevano sotto lo stesso tetto.
Raccolsi il mio cappellino da terra
e me lo rimisi in testa. “Così impari a fare lo scemo”.
Carter digrignò i denti, coperti
dai fili metallici dell’apparecchio. “Sei diabolica, Wod”. La sua voce ancora fine
e infantile era più acuta del solito. Aveva quasi le lacrime agli occhi dal
dolore. Cominciò a guardarmi in cagnesco, dopo che gli avevo risposto con una
smorfia trionfante.
“Hai cominciato
tu, con quel nome del cavolo. Perché non lo chiamiamo Fitzpatrick’s Day?” mi
strinsi nelle spalle. “Sei tu che tornerai qui ogni mercoledì, non io”, feci la
voce grossa. “Sì, dovremmo chiamarlo così”.
“Non credo
proprio. Ci pensiamo un altro po’ e poi decidiamo”, sbuffò. Con un movimento
fluido si rimise in piedi, ma si vedeva che era ancora dolorante. “E smettila
di pestarmi i piedi. Mi servono per le gare”. Mi lanciò un’occhiata fulminante
con i suoi occhi di un celeste intenso, quasi blu.
“Carter,
andiamo!” la voce potente, ma gentile di suo padre lo stava chiamando
dall’altro lato della staccionata bianca di legno, dove poco prima aveva
parcheggiato a ridosso del marciapiede l’auto di servizio con scritto sulla
fiancata ‘Officina Fitzpatrick’, per caricare nel bagagliaio gli ultimi
scatoloni.
E così era arrivato il momento dei
saluti.
Tania Paxia vive a Bibbona, un paesino nella provincia di Livorno. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza (Magistrale) di Pisa e una delle sue grandi passioni è scrivere.
“Nicholas ed Evelyn e il Diamante Guardiano” è il suo primo romanzo. Il racconto che lo segue “Nicholas ed Evelyn e il Dragone Carbonchio” è uscito il 1 marzo. Il secondo della serie “Nicholas ed Evelyn” è in fase di scrittura.
Nel frattempo, ha scritto altri libri: “La Pergamena del Tempio” un giallo su base storica edito da Europolis Editing, in ripubblicazione autonoma il 14 agosto 2015, un paranormal “Il marchio dell’Anima EVANESCENT The Rescuer of Souls #1”, un fantasy “La cacciatrice di stelle”, una commedia romantica intitolata “Sono io Taylor Jordan!” e due romanzi rosa intitolati “Ti amo già da un po’” e “Prima che arrivassi tu”.
Titolo: Le fate del Travancore
Autore: Nicola Tenani
Editore: Panesi Edizioni
Pagine: 150
Genere: Narrativa, viaggio spirituale
Prezzo: € 10.00
Ebook: € 2.99
Acquistabile su Amazon
Il
Travancore: una regione situata nell'India precedente l’Indipendenza del 1947,
un regno a cavallo tra gli attuali confini meridionali dello stato del Kerala
(allora suddiviso in tre regioni, Travancore, Kochi, Malabar) e parte del
confinante Tamil Nadu. Oggi i confini sono definiti in modalità diverse ma il
Travancore esiste nella sua cultura, cibi, usanze, aspetti naturalistici,
templi, luoghi, storie di uomini e donne forgiate nei millenni al senso
dell’armonia interreligiosa e alla convivenza tra caste e etnie variegate.
Chi
sono le fate del Travancore? Sono le donne di questo angolo di tropico indiano: all'interno del romanzo viaggerete in quelle terre attraverso spaccati delle
loro vite, delusioni, sofferenze, sogni, disillusioni e successi. Per le mie
‘fate’ ho voluto in tutte le storie un happy-end per allontanare l’odore
sgradevole di una stampa internazionale che si occupa di India solamente in
frangenti di violenze, per mostrare un aspetto diverso, la tenacia, la cultura,
la spiritualità di un popolo che merita e chiede un diverso approccio.
In questo percorso letterario
sarete non solo viaggiatori ma soffrirete e gioirete al fianco della vedova
Subha e della sua rivincita su un karma in precedenza negativo, al fianco della
giovane Sajitha, danzatrice di Mohiniyattam
alla scoperta di se e del legame con la sua insegnante, alla povera Judy,
cristiana sposata con un marito alcolizzato e violento, il suo dolore sulle
rive del mare d’Arabia, i sogni comuni per uscire dalla disperazione alla
ricerca di una nuova vita riscattata.
Estratto:
… Sdraiata su un logoro materasso imbottito
di fibre di cocco, ripensò più volte all’incontro con il topolino, una
situazione particolare, ma, per chi avvezzo a comprendere i segni che
giungevano inaspettati, quasi ispirazioni di un Dio a volte feroce, altre
benevolo, ripensando anche al caso che proprio in quel momento portò il buon
Manikantan, i suoi doni, i rarefatti dialoghi non troppo di circostanza.
Immaginò di essere altrove, non più sdraiata tra una stanza chiusa e implosa
sotto un tetto crollato e macerie mai rilevate, ma adagiata su un letto vero,
con un solido appoggio per il materasso, magari di soffice lattice, un letto
con lo schienale scolpito come piaceva a lei, come alle volte s’incantava ad
ammirare nel piccolo negozio di mobili artigianali di Kattakada, schienali
scolpiti con scene in cui elefanti maestosi si nutrivano di frutti silvani, tra
case di villaggi antichi, tra feste popolari incise dai bulini o dagli
scalpelli e le sgorbie di abili falegnami di paese nel duro e prezioso tek ...
Nicola Tenani nasce a Ferrara nel 1968, si trasferisce a Bologna nel 2006 e nel corso degli anni approfondisce il suo amore per l’India assieme alla moglie con la quale, nel 2014, decide di trasferirsi per un lungo periodo in Kerala in qualità di volontario internazionale presso un’Associazione non governativa keralita di supporto alle difficoltà dell’infanzia, delle donne e di diversi progetti legati allo stato di indigenza delle caste svantaggiate nel sud del Kerala.
Unendo la sua passione per la scrittura, da anni è direttore di un sito musicale, della fotografia, della spiritualità e della cultura indiana in genere, keralita nello specifico, con le ‘Fate Del Travancore’ esordisce nella narrativa legata al viaggio e alla spiritualità del sub-continente.
Titolo: Fotografie in Re Maggiore
Autore: Claudia Bresolin
Editore: Lettere Animate Editore
Pagine: 415
Genere: Narrativa contemporanea
Ebook: € 1.49
(Versione cartacea in lavorazione)
Acquistabile su Amazon
Al centro di questo romanzo ci sono due giovani
donne: Livia ed Elisa, e la loro amicizia.
I loro caratteri sono come il bianco e nero dei tasti di un pianoforte: diversi, opposti, ma che che insieme possono dar luogo ad un’armoniosa melodia. Le giornate di Livia trascorrono movimentate tra gli incontri semplici e appassionati con Mattia... e tra quelli irrinunciabili con Leo, un uomo ermetico che comunica con la sua musica, con i suoi gesti. Elisa è una fanciulla da romanzo inglese dell’Ottocento, ma nata nel secolo sbagliato. Al suo fianco c’è Andrea; l’amore vero, quello per sempre... ma è anche quello perfetto? Gli aperitivi, le serate al cinema, il tè di fronte a un libro e i tacchi alti sui sampietrini lucidi di pioggia. Roma è la terza protagonista: la sua malinconia storica, ma anche una città fatta di traffico, appuntamenti e colloqui di lavoro.
I loro caratteri sono come il bianco e nero dei tasti di un pianoforte: diversi, opposti, ma che che insieme possono dar luogo ad un’armoniosa melodia. Le giornate di Livia trascorrono movimentate tra gli incontri semplici e appassionati con Mattia... e tra quelli irrinunciabili con Leo, un uomo ermetico che comunica con la sua musica, con i suoi gesti. Elisa è una fanciulla da romanzo inglese dell’Ottocento, ma nata nel secolo sbagliato. Al suo fianco c’è Andrea; l’amore vero, quello per sempre... ma è anche quello perfetto? Gli aperitivi, le serate al cinema, il tè di fronte a un libro e i tacchi alti sui sampietrini lucidi di pioggia. Roma è la terza protagonista: la sua malinconia storica, ma anche una città fatta di traffico, appuntamenti e colloqui di lavoro.
Nel blog Claudia B Diario (http://claudiab-diario.blogspot.be/) il romanzo vive attraverso fotografie,
musiche e dipinti.
Claudia Bresolin è (anche lei) una giovane donna romana, che vive da nove anni in Belgio, a Bruges.
Linguista e insegnante di lingua italiana in Belgio s’interessa di letteratura, pittura e fotografia.
Pubblica il suo romanzo di esordio con Lettere Animate, una casa editrice nata nel 2012 con la non-idea
di essere una casa editrice, una realtà editoriale che cerca il dialogo tra editore, autore e lettore.
Che fate?
Vi segnate qualche titolo?
Io quello di Claudia Bresolin e anche il suo blog così passo a dare un'occhiata, aspetto la recensione se li leggerai :-)
RispondiEliminaHa una cover bellissima!
EliminaStavolta non mi intriga nessuno dei tre
RispondiEliminaCapita Patrizia...
Eliminasì a volte capita
EliminaGrazie per aver segnalato il mio romanzo! ♥
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