Piccola dea-Rufi Thorpe

Incipit ad alta voce


Buongiorno, voltata l'ultima pagina del libro che stavo leggendo "Eva e l'assoluto", di Michela Belli di cui vi ho riportato l'incipit (qui), la recensione fra qualche giorno, ho già scelto il prossimo libro che mi terrà compagnia in questi giorni, vi presento "Piccola dea", scritto da Rufi Thorpe ecco il nostro incipit ad alta voce:


"Dovrai rompermi un dito del piede" le spiegai. Io e Lorrie Ann stavamo prendendo il sole nel minuscolo patio recintato della casa di mia madre, sdraiate su asciugamani sottili stese sulla screpolature del lastricato rovente. Ci eravamo spremute sui capelli una confezione a testa di limone concentrato, di quello industriale, e con gli occhi chiusi contro il sole pregavamo di diventare più bionde, sempre più bionde.
Il vento portava con  sé l'odore del gelsomino.
Nell'esigua insenatura del nostro quartiere californiano anni Novanta, non c'era ragazza più perfetta di Lorrie Ann Swift, non tanto perché fosse straordinaria, ma perché era ordinaria in modo superiore al nostro. I suoi genitori le volevano bene, e lei voleva bene a loro. Era addirittura difficile che invitassero qualcuno a casa, tanto preferivano la loro reciproca compagnia a quella degli altri. Perfino suo fratello maggiore, anziché prendersela con lei e tormentarla o travolgerla ogni volta che le passava acanto con la bici, condivideva la sua collezione di cd e le dava consigli per perfezionare lo stile a rana.
Quasi tutti i nostri genitori erano finiti a Corona del Mar, nel torpore di quella cittadina sull'oceano, per una serie di errori sempre più grandi. Il mercato immobiliare della California del Sud, che durante gli anni Ottanta sembrava non avere limiti, era di colpo collassato; molti padri erano rimasti a casa e ormai dividevano equamente il loro tempo tra la bottiglia e il divano, con una borsa per il ghiaccio sugli occhi, mentre le mogli si affannavano per guadagnarsi un attestato di igienista dentale. Una ragazza, Miranda, aveva la madre che lavorava a Disneyland di giorno e poi di notte, da casa, per una linea a pagamento di chiromanzia. "Rende anche meglio del sesso telefonico" commentò Miranda un pomeriggio mentre leccavamo da minuscoli piattini il preparato per una gelatina senza zucchero all'arancia. Ricordo anche i suoi quattro Rottweiler. erano molto vecchi e due di loro avevano perso ormai il controllo dell'intestino.

Mi dispiace interrompere l'incipit proprio con i problemi intestinali dei poveri cani, ma ho pensato che potesse bastare per farsi un'idea del romanzo. Ho letto solo recensioni positive e sono quindi curiosa di tuffarmi in questa nuova storia, cani compresi!

Commenti

  1. A me non è piaciuto , ho trovato sia la storia che i personaggi "squallidi " ... No non lo consiglierei .

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    1. Sei la prima che ne parla in negativo, mi hai messo curiosità! :)

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